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Eccellenza, il punto di vista di Luciano Cerasi: “Giulianova alla pari del Teramo. Tornare? Non mi hanno voluto aspettare…”

GIULIANOVA – Un matrimonio finto presto, almeno a giudicare dal lavoro svolto e dai risultati raggiunti, ma Luciano Cerasi non ha rimpianti, avendo dimostrato tutto il suo valore e la sua dedizione alla guida del Giulianova. Del resto non poteva essere altrimenti. Perché da giuliese doc, lui ha sempre sentito in maniera particolare la responsabilità e il privilegio di essere al timone di questa squadra.

Un’avventura durata complessivamente due anni e mezzo. E culminata con la sue improvvise dimissioni nel mese di novembre, a causa di una ormai nota vicenda. Una frattura che era apparsa insanabile, nonostante i tentativi della società giallorossa di farlo recedere dalla sua dolorosa decisione. E pensare che, dopo l’esonero di Lucarelli, si sarebbe anche potuto realizzare un suo clamoroso ritorno.

Comunque, in giallorosso sono arrivati due secondi posti in Eccellenza. Due sogni che si sono poi infranti nei play-off. Ma questo è bastato per riportare l’entusiasmo in una piazza come quella di Giulianova, abituata ad altri palcoscenici. Con una tifoseria da sempre molto passionale. Ma Cerasi ha vissuto una parentesi importante ancora prima, lavorando all’interno del settore giovanile dell’Ascoli calcio. Ben dieci anni in bianconero. Fondamentali per lo sviluppo della sua carriera, guidando anche la formazione under 17. In quella squadra c’era Danilo Quaranta, che oggi milita in prima squadra in Serie B. Nella società bianconera Cerasi ha avuto l’opportunità di lavorare con Cetteo Di Mascio, all’epoca responsabile del settore giovanile.

Due grandi stagioni in Eccellenza per te con il tuo Giulianova. Quest’anno sul più bello sono arrivate le tue dimissioni. Poteva essere questo l’anno buono per voi, per centrare finalmente la promozione?

“Per me questa è una squadra veramente forte. È una squadra costruita con i ricambi. Era difficile non provarci fino alla fine. Ed è anche una squadra che ha dei valori umani importanti, l’ho visto in certi momenti particolari. Ci sono giocatori che hanno dato tutto questo anche dentro lo spogliatoio. Una squadra nata per vincere”.

È vero che dopo l’esonero di Lucarelli il Giulianova ha provato a riportarti sulla panchina giallorossa?

“È vero. Non hanno voluto aspettare 12 ore. Quel giorno mi hanno chiamato nel pomeriggio. Alle 20 gli ho detto che gli avrei dato una risposta alle 8 di mattina del giorno dopo, perché avrei dovuto sentire i miei fratelli che fanno parte del mio staff ed erano fuori Giulianova. Tutto questo per finire quello che avevamo iniziato. Poi però quella stessa sera mi hanno comunicato che non mi avrebbero aspettato”.

Questo Giulianova, che tu conosci bene, a tuo parere è alla pari del Teramo?

“Secondo me si è dimostrato nei derby il valore di questa squadra. Io parlo soprattutto del primo, quando c’ero io. Ho avuto la sensazione di due squadre che avrebbero potuto lottare fino alla fine. Due buone squadre, anche troppo per l’Eccellenza. Il Teramo è una squadra forte allenata da un tecnico preparato, che merita di fare carriera. Ma anche tutto il contorno a Teramo merita. Dirigenti che hanno fatto la gavetta e hanno visto il calcio. Le due squadre si equivalgono per valori. Poi i risultati non sono prevedibili”.

Complessivamente sei stato dieci anni in una società prestigiosa come l’Ascoli calcio, lavorando nel settore giovanile e allenando l’under 17. Cosa ha rappresentato per te Ascoli?

“Ascoli ha rappresentato per me un tassello importante per capire tante dinamiche nel calcio di settore giovanile, come si vive lo spogliatoio. Ma mi ha dato anche la possibilità di sbagliare. Ti raffronti con diversi giocatori che oggi rivedi in serie A. Ti dà la possibilità di crescere e di sbagliare. È una piazza che vive di calcio. Lo vive a 360 gradi”.

Come giudichi complessivamente il livello dell’Eccellenza abruzzese? Alcuni addetti ai lavori sostengono che negli ultimi anni, con la presenza di squadre come L’Aquila, lo scorso anno, Teramo e Giulianova il livello si sia alzato…

“Con queste rose è difficile avere un campionato omogeneo. Quando hai squadre che investono così tanto c’è un livellamento tra prima e seconda fascia. Negli anni è salita la qualità. Ho visto diversi giocatori che non avevo visto nel primo anno”.

C’è un tecnico che hai affrontato da avversario e che apprezzi in maniera particolare?

“Io stimo molto Guglielmo Bonati, profondo conoscitore della categoria e in grado di cambiare in corsa. Mi piace anche Zeytulayev del Cupello. Poi lo scorso anno ho apprezzato molto Simone Miani alla guida dell’Angolana. E mi chiedo come mai adesso sia senza squadra. Poi tra quelli che apprezzo c’è anche Rinaldo Cifaldi, che è una vita che allena”.

Dopo quello che hai fatto a Giulianova, per te potrebbe arrivare l’occasione per il salto di qualità. Ti aspetti una chiamata importante, magari da una squadra di serie D?

“Io ti dico che sperarci non costa nulla. A me piace allenare e fare calcio dove è possibile farlo. Non per forza in serie D. Deve emergere serietà e organizzazione della società, dove poter esprimere quello che ho in testa. Dopo tre anni in Eccellenza, cambiare categoria mi piacerebbe”.

Daniele Rossi

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Castelnuovo un punto di penalizzazione.
Vastese due punti di penalizzazione.
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