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Civitanovese, il tecnico Alfonsi si gode la promozione: “La nostra è stata un’impresa, con la società stiamo parlando per il rinnovo”

CIVITANOVA MARCHE – C’è soprattutto la sua firma su questa promozione. Anche se lui ama sempre mantenere il profilo basso. Sante Alfonsi ha regalato una grande gioia a Civitanova, con la vittoria del campionato di Eccellenza. Una città di mare, come la sua San Benedetto. Dove lui già due anni fa aveva dimostrato le sue qualità con la vittoria dei playoff di serie D alla guida della Samb. Poi l’addio l’anno successivo dopo una stagione a dir poco travagliata sotto la gestione Renzi. Il presidente Mauro Profili quest’anno ha scelto proprio lui per riportare la Civitanovese in D . E la scelta si è rivelata azzeccata. Del resto Civitanova è una piazza importante. E gli stimoli per vincere non mancano di certo. La prossima stagione ci saranno anche i rossoblù nel girone con marchigiane e abruzzesi. Si prospetta un girone di ferro. E il tasso di difficoltà aumenterà ancora di più, con la presenza del Teramo. Che si andrà ad aggiungere a L’Aquila, Sambenedettese e Chieti. Sarà una sorta di serie C. Ma per adesso Alfonsi si gode questo successo. In attesa di avere riscontri dalla società. La sua sarebbe una riconferma più che meritata.

Una stagione trionfale. Qual è stato il segreto di questa Civitanovese?

“Il segreto è stato il gruppo che si è creato. Un gruppo fortissimo, con un grande feeling tra me, i giocatori e la città. E questo ci ha portato a compiere questa impresa, perché di impresa si tratta”.

Sei stato chiamato nel mese di settembre, a ridosso della prima giornata di campionato. Non è stato facile dare da subito un’identità a questa squadra…

“Io arrivai il mercoledì. Poi la prima partita la perdemmo in casa. Ma da allora abbiamo iniziato a lavorare e i ragazzi ci hanno messo del loro. La squadra era forte e nonostante diversi infortuni, tutti quelli che entravano facevano la loro grande partita”.

E il prossimo anno in serie D vi aspetta un campionato altamente competitivo…

“La lettera D è sbagliata (sorride, ndr). Ci potrebbe stare tranquillamente una serie C per questo girone. Ci sono squadre attrezzate che fanno già da tanto questo campionato con l’obiettivo di vincere. Noi invece dovremo fare un campionato per salvarci, anche all’ultima giornata. Dovremo lottare. Sicuramente faremo qualcosa sul mercato, ma sarà un campionato complicato”.

Hai già parlato con la società per proseguire il rapporto?

“Stiamo parlando e stiamo definendo. C’è la mia volontà di rimanere. Stiamo parlando per un accordo, ma non sarà difficile trovarlo”.

Tu la serie D l’hai già vissuta da protagonista con la Samb. Il primo anno con la vittoria dei playoff fu una cavalcata entusiasmante…

“Fu così veramente. Noi arrivammo per sbaglio con Stefano Visi. Io dovevo fare un allenamento il venerdì. Poi giocammo la domenica e da lì siamo partiti. La Samb era terz’ultima e pensare che poi avrebbe vinto i playoff era difficile. Arrivarono giocatori forti, come Fall, Conson, Cardella. L’errore è stato non riconfermare la rosa l’anno dopo. Io avevo chiesto di ripartire con il blocco dell’anno prima”.

In quel periodo hai avuto uno staff tecnico di persone molto qualificate come Stefano Visi, Francesco Paolini e Antonio Gaeta. Ed eravate anche un gruppo molto affiatato…

“È la verità. E tutt’ora siamo amici, ci ritroviamo, ridiamo e scherziamo. Nella Samb c’erano tante pressioni, ma noi riuscivamo a goderci il tutto. C’era tanto entusiasmo e passione. Ho beneficiato dei consigli di Stefano Visi. Del prof Francesco Paolini, che è un ottimo preparatore e di livello superiore a questa categoria. E poi anche Antonio Gaeta mi ha aiutato con la sua esperienza, visto che ha giocato in categorie importanti. Aggiungerei anche Marco Minnucci, persona fantastica e competente”.

L’anno successivo invece terminò la tua esperienza in rossoblù. Ma non era possibile ripetere l’impresa viste le note vicissitudini societarie…

“Guarda l’errore è stato fatto nel non riconfermare la rosa. Ma la squadra non era scarsa. Non c’era la serenità e la tranquillità per poter lavorare. Dopo cinque giornate fui esonerato. Poi arrivó Prosperi, che ha dimostrato il suo valore anche quest’anno vincendo il campionato. Non era un problema tecnico. In allenamento parlavi ai giocatori ed era come parlare nel vuoto. Senza stipendi era difficile stare sereni. Io sono di San Benedetto e non me la sono sentita di prendere in giro la città. Decisi così di andare via”.

Quest’anno per la Samb è stato un anno al di sotto delle aspettative. Dall’esterno, come vedi la società del presidente Massi?

“Non stando dentro non posso giudicare. Da tifoso ci sono rimasto male, visti i proclami di inizio anno. La speranza era di vincere il campionato. La Samb con queste categorie non c’entra niente. Questo è il dispiacere. Si sperava che quest’anno si potesse vincere il campionato”.

Palladini può essere l’uomo giusto per questa Samb?

“Sicuramente. Ottavio può essere l’uomo giusto. Lui ha la sambenedettesità e sa come comportarsi per vincere. Anche se purtroppo ci sono altre realtà e vincere non è mai facile. Poi a San Benedetto è dura. Ottavio deve riuscire a dare serenità all’ambiente. Bisogna stare sereni e tranquilli, ma a lui non si deve insegnare niente”.

Tu sei di San Benedetto, ci speri un giorno di tornare alla Sambenedettese?

“No. Ti giuro, io sono stato lì per sbaglio. Spero che la Samb vinca il prossimo campionato e si toglierà da questa categoria. Poi prenderà allenatori seri e preparati, per far sognare noi tifosi in C e in categorie superiori”.

Foto: Civitanovese calcio 1919

Daniele Rossi

La festa. Alfonsi e i giocatori festeggiano la promozione

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