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Vendesi calcio a Lanciano un tanto al chilo: le radici del declino calcistico di una città

Ancora un’altra estate di incertezza e di situazioni paradossali per il calcio lancianese. L’ingloriosa retrocessione del Lanciano 1920 (già da tempo “sfrattato” da città e tifoseria) in Promozione aveva aperto lo spiraglio per la nascita di un altro sodalizio che potesse rappresentare la città.

Speranze che sembrano già naufragate, a giudicare gli avvenimenti degli ultimi giorni. Tanti i nomi accostati ad una ipotetica nuova realtà rossonera. Da Valeriano Palombaro a Rudy D’Amico (che resta sullo sfondo), fino alle voci da Fossacesia con Peppino Ursini che vorrebbe allargare la base societaria dell’Union ma che resterebbe contrario a trasferire il suo titolo. Contestualmente, un imprenditore lancianese residente in Germania che si sarebbe fatto avanti, come riportato da Enrico Giancristofaro durante “Abruzzogoal!” di Telemax, per un progetto territoriale più ampio.

Parafrasando il titolo di un bellissimo album musicale dei Genesis, “Selling England by the Pound“, si potrebbe dire per sintetizzare la situazione: vendesi calcio a Lanciano un tanto al chilo.

Il toto nomi è partito anche quest’anno ma la sensazione che si fa sempre più netta è che la problematica nasca in tempi remoti e non sospetti, esattamente dall’ultima sciagurata stagione della Virtus Lanciano in Serie B. Probabilmente, sono molteplici i responsabili.

Da allora nulla è stato come prima. Di fatto si è creato una sorta di tutti contro tutti che però non sta giovando a nessuno, e non si è riusciti a ricostruire una squadra che potesse degnamente rappresentare tutti i lancianesi.

La famiglia Maio uscì di scena probabilmente nel peggiore dei modi, ma anche comprensibilmente infastidita da alcune contestazioni forse troppo sopra le righe da parte di una fetta della tifoseria. L’imprenditoria locale, forse anch’essa scottata da queste situazioni, si è praticamente disinteressata delle sorti del pallone locale e le istituzioni sono finora riuscite a risolvere ben poco. Soprattutto, però, si è creata una profonda frattura nella piazza tra una parte dei tifosi che ha cercato di guardare avanti con il Lanciano 1920, cercando anche di rimuovere (comprensibilmente ma in parte anche erroneamente) la gloriosa e dolorosa epoca della Virtus Lanciano, e un’altra parte di “nostalgici” che non hanno rinnegato quell’epopea affezionandosi alle sorti dell’Athletic (formazione che per i più ha il peccato originale di essere in qualche modo legata all’ancien régime).

Gli avvenimenti di quest’ultimo periodo e di questi ultimi anni sono probabilmente conseguenza di tutto questo e a guardare il contesto attuale c’è spazio per l’ottimismo. Un’unica strada appare possibile per provare ad uscire da questa stucchevole impasse: ovvero che ogni parte in causa metta da parte orgoglio e incomprensioni del passato per ricostruire un progetto almeno dignitoso per il prestigio della città. Per concludere, si cita il protagonista di “The Wall” (altro capolavoro musicale, in questo caso dei Pink Floyd), che nell’ultimo verso di del brano “Hey You” dice: “Together we stand, divided we fall“.

Una frase che si spera diventi un motto di tutta Lanciano per mettere fine ad una dolorosa vicenda non solo sotto l’aspetto calcistico. Per far sì che ciò avvenga, tutte le componenti devono remare in una sola direzione e per un solo obiettivo: ridare dignità al calcio lancianese e frentano.

Mattia Di Battista

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