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Pescara, ai nostri microfoni il presidente Sebastiani: le ultime sulla possibile cessione

PESCARA – Si procede su due fronti. Uno è quello della cessione societaria, l’altro è quello del campo, anche se sarà davvero difficile salvare una stagione così al di sotto delle aspettative.

Il presidente Daniele Sebastiani va dritto per la sua strada. È arrivato il momento di passare la mano, ma ad oggi non si conoscono ancora i nomi dei possibili acquirenti. E se la trattativa non dovesse andare in porto, lui si è dichiarato pronto a dare continuità alla società, garantendo l’iscrizione al prossimo campionato e con la possibile riconferma di Cascione alla guida tecnica. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, dunque il condizionale è d’obbligo. Visto che all’orizzonte non si sa quale futuro attenderà questo Pescara. Intanto il clima di contestazione si è fatto pesante. E proprio Sebastiani continua ad essere il bersaglio principale della tifoseria. Ma adesso c’è da concludere questa stagione. Dopo la debacle di domenica contro l’Ancona, all’orizzonte c’è la partita di Fermo. E poi i playoff da disputare. Con gli stimoli da ritrovare. Tra tanti dubbi e perplessità.

A che punto è la trattativa di cessione della società?

“La trattativa la sta portando avanti uno studio incaricato di Milano. Ci chiedono documenti e noi stiamo attendendo una risposta”.

Come mai non si conoscono i nomi dei possibili acquirenti, è una sua strategia?

“Quando si fanno trattative con le persone per bene si chiede riservatezza. Solo chi si vuole fare pubblicità si fa mettere sui giornali senza concludere niente”.

Come arriva questo Pescara ai playoff?

“A guardare la partita di domenica c’è da essere preoccupati. Abbiamo fatto due passi indietro. Si è trattato di un incidente di percorso. Sono sicuro che la squadra tornerà ad essere quella di prima”.

Dalle sue dichiarazioni è parso che il tecnico Cascione vada verso la riconferma…

“Io ho detto una cosa diversa, nel senso che ci può essere una possibilità. Ma c’è la trattativa di cessione e io voglio lasciare la società libera. Il mio obiettivo è cercare di passare la mano. Sono tutti in scadenza. Così chi dovesse arrivare ha la possibilità di scegliere direttore e allenatore. Sto mettendo la società nella condizione di essere cedibile. I contratti pluriennali e lunghi sono quelli dei giovani”.

Comunque dovesse andare a finire questa stagione, ad oggi era lecito aspettarsi di più da questa squadra. Cosa è mancato?

“Secondo me è mancato il fatto che ci siamo persi il condottiero (Zeman, ndr). Questa squadra è stata costruita su di lui. Se viene meno il condottiero scappa via tutto. La media punti delle squadre di Zeman nel periodo primaverile è stata sempre superiore rispetto al girone d’andata. Noi potevamo avere fino a domenica 60 punti. Quindi arrivare nelle prime tre posizioni. La media punti l’abbiamo ripresa con Cascione. Senza domenica avremmo avuto una media punti più alta. Questo poteva fare questa squadra”.

Quali sono state le scelte che lei quest’anno non rifarebbe?

“Io non sono abituato a fare le scelte dopo. Le scelte si fanno prima. Abbiamo fatto scelte in buona fede. Dopo non conta nulla. Chi ha lavorato in questa società ha fatto scelte con la consapevolezza di portare qualcosa di positivo. Siamo riusciti nella valorizzazione del patrimonio, ma non nei risultati. Oggi i nostri giocatori ce li chiedono diversi club. Ma comunque ci aspettavamo di più”.

Nel caso dovesse restare lei al timone della società, riconfermerebbe anche il ds Delli Carri?

“Sì, perché no”.

I risultati negativi hanno inasprito la contestazione dei tifosi. C’è un clima oggettivamente difficile intorno al Pescara…

“Ma io credo che i rapporti non si siano inaspriti con i risultati. La contestazione va avanti da qualche anno. Ha delle radici più vecchie, più antiche. Che bisogna farsi spiegare da chi contesta. Il tifoso deve fare il tifoso e tifare la propria squadra. Le parole che mi dicono non scalfiscono il mio impegno verso la Pescara calcio. L’unico che ha dimostrato amore verso il Pescara sono io. Me ne vado perché sono io che voglio andarmene, non perché qualcuno me lo dice. Sono una persona responsabile. E sono stato attento affinché in futuro il Pescara stia meglio di come stava con Sebastiani. Ma se questo non viene recepito non mi crea alcun disagio”.

Daniele Rossi

Fonte foto: Pescara Calcio.

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