Sarà difficile, per il pubblico di Pescara, farsi una ragione dopo l’addio di Silvio Baldini al club biancazzurro. La notizia è arrivata inattesa, dopo un confronto con il presidente Sebastiani ed il direttore sportivo Foggia che sembrava promettere un altro finale. Certo, i continui rinvii della decisione stavano iniziando a far ponderare un finale negativo della vicenda, ma realizzare la fine di una bella storia d’amore non è mai facile.
I più attenti, però, avevano notato un certo distacco di Baldini da parte dell’ambiente già nel corso della stagione. O meglio, nel finale della stessa. Un confronto forse più duro del previsto con la tifoseria era già stato sottolineato dal tecnico di Massa. Poi, nella notte della promozione in Serie C, una conferenza non priva di attacchi: verso il direttore sportivo Delli Carri (colpevole, secondo Baldini, di averlo sostanzialmente lasciato solo dopo avergli fatto sposare il progetto-Pescara) e poi verso parte dell’ambiente locale. Perché? Per il distacco da Sebastiani e Foggia, persone a suo dire meritevoli di ben altro trattamento.
E’ stato anche questo malessere, manifestato chiaramente, a far spegnere la luce della magia? Non c’è una risposta chiara. L’impressione, però, è che la distanza tra Baldini e parte dell’ambiente fosse già scavata ben prima della fine dei playoff.