Michele Criscitiello, direttore di SportItalia, ha parlato ai microfoni di EXODUS (sul canale YuoTube “Primativvu“) ed ha affrontato il problema ormai sempre più serio del calcio italiano di Serie C e Serie D. Il giornalista è stato molto schietto nelle sue opinioni: “E’ inutile parlare di salute visto e considerato che parliamo di un malato terminale. La verità è che paghiamo con i fatti, sul campo, il disastro di anni e anni di gestione sia tecnica che economica-finanziaria. Dobbiamo distinguere: il fallimento in Champions League è un fallimento tecnico, il fallimento della Lega Pro quando parliamo di Taranto, Turris, il meno due del Messina, la Lucchese che deve andare a Sestri Levante con le proprie auto… la Serie C andava riformata dieci anni fa, se dieci anni fa era troppo presto, almeno 5 anni fa. Oggi siamo in ritardo. In Serie C il problema non si può rinviare. Se in Serie C riparti con 60 società, e il problema è solo far entrare l’Inter Under23 per prendere il milione di euro di iscrizione, noi non andiamo da nessuna parte. La Serie C deve passare a 40 e non può essere un campionato professionistico. L’Italia non riesce a supportare un calcio professionistico con 100, e ripeto 100, società“.
Ancora, Criscitiello ha precisato: “La Lega Pro deve essere dilettante o semi-professionistica. Non ci può essere un minimo federale per i calciatori“. Sul numero dei club, Criscitiello è stato molto chiaro: “Secondo me la Serie C deve essere a 40“.