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Solidarietà alla collega Alessandra Potena

I campi da gioco, e soprattutto le tribune, dovrebbero essere sempre luoghi in cui poter guardare le partite con tranquillità, tifare e, nel caso dei giornalisti, poter svolgere il proprio lavoro.

Questo non è accaduto sabato 16 settembre, da quanto da lei riportato e raccontatoci direttamente, alla collega Alessandra Potena durante la gara tra Sambuceto e Città di Teramo, nella quale ha visto prima passare un pallone lanciato da qualche tifoso a pochi centimetri dalla telecamera del suo operatore e, poco dopo, è stata colpita alla nuca da una pallonata proveniente dallo stesso gruppetto provocandogli un forte dolore.

A lei, innanzitutto, va la solidarietà della nostra redazione e, naturalmente, da professionisti, rimaniamo a disposizione di eventuali interventi in merito che vorranno fare la società (che naturalmente non ha comunque responsabilità) e il gruppo di tifosi.

Questo il post di Alessandra su facebook: “È il lontano 2009 quando, per la prima volta, metto piede in uno stadio. Per essere precisi è il 3 maggio del 2009, appunto. In scena Campobasso-Pro Vasto.

Sono passati ben 14 anni di cui, quasi dieci, sui campi di calcio per lavoro.

In questi tanti anni – ma mai troppi – non ho mai avuto problemi (Serie C, Serie D, Eccellenza e pure promozione) se non qualche intoppo di natura tecnica che può capitare e fa parte del “gioco”.

E mi sembrava strano che ancora non accadesse nulla di spiacevole: oggi, infatti, è successo.

Premetto che sono la prima ad ammirare e apprezzare i tifosi che macinano km e km per seguire i propri colori (l’ho fatto anch’io – con dissenso soprattutto di mia madre che a 15 anni vedeva sua figlia scalpitare e scappare – più o meno dappertutto – per seguire il Campobasso) senza di loro le partite non sarebbero le stesse. Da persona intelligente quale sono – e lo dico con tanta ma tanta fermezza – non ho MAI giudicato è MAI fatto di tutta l’erba un fascio. Le persone belle e quelle cattive sono dappertutto e non SOLTANTO negli stadi, sui gradoni come, invece, qualcuno sostiene da persona IGNORANTE.

Arrivando al dunque… Sambuceto-Città di Teramo per la terza giornata di campionato di eccellenza abruzzese, ovviamente per lavoro.

Microfono e telecamera per riprendere la gara, posizionati – come da indicazioni – sugli spalti della Cittadella dello Sport di Sambuceto insieme a circa 200 tifosi biancorossi.

Ebbene, qualcuno di loro ha avuto la brillante idea di lanciare un pallone, indirizzandolo verso la telecamera, che è stata sfiorata.

Non contenti hanno deciso di lanciare il pallone, con veemenza, dietro la mia nuca provocandomi un bel mal di testa.

Ora, io mi chiedo: il senso?

Ma possibile mai che un giornalista e un operatore non possano svolgere in maniera tranquilla il proprio lavoro? A che pro?

Quando cantate chiedete rispetto per voi, per i diffidati e poi? Beh, un tantinello paradossale.

Aggiungo che credo sia ora che le strutture sportive – in questo caso i campi di calcio – si attrezzino per far sì che la stampa tutta possa lavorare in maniera tranquilla e non a stretto contatto con persone che non permettono il corretto svolgimento.

Ah, dimenticavo. Per poco non ci hanno bagnato le attrezzature, data la brillante idea di utilizzare una storta per indirizzarla ai presenti.

Grazie, giornata meravigliosa. Non vedo l’ora sia domani per Matese-Campobasso.”

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